“La sala delle nozze si riempì di commensali” XXVIII DOMENICA T.O.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22, 1-14)
La parabola del banchetto di nozze pone ancora al centro il tema del rifiuto di Dio da parte del suo popolo. Alcuni particolari lo evidenziano: l’uccisione dei servi del re, apparentemente esagerata nel racconto, richiama l’uccisione degli antichi profeti di Israele, e l’incendio della città degli invitati renitenti, ai primi ascoltatori di Matteo doveva subito far pensare alla distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani nel 70 d. C. Tuttavia, quella raccontata da Gesù è una storia che si ripete. Le nozze del figlio del re rappresentano un evento importante e l’invito ad esse costituisce di sicuro un onore invidiabile, anche se spesso, e in verità in modo assai curioso, viene disatteso. L’invito di Dio a essere in festa con Lui cade nel vuoto. Ma la lieta notizia è che il re, a questo punto, chiama tutti alla festa (Matteo specifica “buoni e cattivi”): è il segno dell’assoluta universalità della chiamata di Dio alla salvezza. Dio chiama tutti, proprio tutti, a entrare nel suo amore e la Chiesa deve essere strumento di questa universalità. L’invito, però, esige decisione, prontezza nell’accoglierlo, e conversione: l’abito nuziale che occorre indossare indica che bisogna prendere coscienza dell’invito e adeguarvisi.
La sala piena di commensali è motivo di speranza per tutti.