“Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà” XIII DOMENICA T.O.
Dal Vangelo secondo Mt 10, 37-42
Il brano evangelico di questa settimana suona ancora duro: persino i legami più forti, quelli verso i genitori o i figli, devono essere subordinati all’amore verso Gesù, affinché non si venga ritenuti indegni di Gesù stesso. La logica è quella che si intravede nei due versetti seguenti: prendere la propria croce e perdere la vita per causa di Cristo indicano la misura alta del distacco da sé, del dono della propria vita, che nascono dal legame fondamentale con Gesù. È questo legame che può convertire davvero il cuore, renderlo indiviso, portarci oltre le solite mezze misure tipiche di noi uomini. Il perno è proprio in quella relazione, in quella motivazione (in Dio e per Dio) che ritorna anche nelle parole sull’accoglienza dei discepoli. In questo contesto, ci rendiamo conto che fare dono della vita, di se stessi, può passare anche attraverso il semplice bicchiere d’acqua fresca, nella quotidianità più concreta e solo apparentemente banale.
I Vangeli di queste domeniche ci hanno condotto dunque a svolgere un piccolo “percorso”. “Colui che mangia me vivrà per me” era l’indicazione raccolta nella festa solenne del Corpus Domini: la forza che viene dall’Eucaristia, da Gesù, ci consente di essere davvero legati a Lui, di non avere paura del male e di essere autentici testimoni (domenica scorsa) fino ad arrivare al dono di sé.