“Voi stessi date loro da mangiare”
La Pasqua liturgica è passata da due mesi ed eccoci di nuovo una festa che ci rimette davanti il mistero eucaristico che il Concilio Vat. II definisce “Sorgente e culmine” della vita ecclesiale.
S. Paolo con le parole più antiche sull’argomento ci ricorda che Gesù la sera del tradimento si consegna a noi nel segno del pane e del vino non a parole ma con la sua stessa vita donata sulla croce poche ore dopo. Egli non offre pane e vino come Merchisedek ma la sua persona . Non è il pane che diventa Cristo ma Cristo che si fa pane e questo per nutrirci di Se, per indicarci un nuovo stile di pensare e di agire che sia sempre più simile al suo cioè dono. Ogni volta che una comunità si raduna per la Messa si rinnova quel gesto di amore assoluto che non può essere auto- celebrativo, isolato, neutro: o l’eucaristia contagia la vita e la trasforma o resta sterile, inutile.
La Messa allora inizia quando usciamo dalla porta della chiesa e dura tutta la settimana: quella Parola accolta e quel Pane spezzato ci sazierà e ci renderà attenti alla fame di chi ci passa accanto o di chi bussa alla porta, ci spingerà a mettere a disposizione quel poco che abbiamo e che siamo per sfamare ogni fratello nel corpo e nell’anima! “Voi stessi date loro da mangiare”
Allora non esiste una sola liturgia domenicale ma tre :
1. Liturgia della Parola. Come i contemporanei di Gesù dobbiamo tornare da Lui per saziare la nostra e altrui sete di Verità, di giustizia autentica e di pace del cuore.
2. Liturgia della Carità. Come il Maestro e i suoi apostoli anche noi dobbiamo accorgerci delle necessità di tanti, di troppi accanto a noi e consolare, guarire con la medicina dell’amore vero
3. Liturgia eucaristica. Solo dopo le prime due potremo entrare davvero nella Eucaristia di Gesù e da essa ripartire e come Lui moltiplicare il pane dividendolo con chi è nella necessità. “Voi stessi date loro da mangiare!”