Consegnò loro i suoi beni.
La frase che abbiamo scelto di vivere è la chiave della parabola. Il racconto è modulato in riferimento alla partenza dell’uomo (che dice il Figlio dell’uomo) e al suo ritorno dopo molto tempo. I termini usati dicono chiaramente che il personaggio è Gesù e che si sta parlando del suo ritorno alla fine dei tempi. I beni che da ai suoi servi non sono dei generici talenti come siamo soliti pensare ma sono i suoi beni. I beni di Gesù sono la sua Chiesa, la sua Parolaa, la sua Eucarestia… I servi non sono una manovalanza generica e occasionale. Gesù è il servo di Jawhè e i servi sono coloro che hanno accettato di continuare la sua missione. A proposito di colui che aveva ricevuto cinque talenti la traduzione italiana dice: andò ad impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Il testo greco usa il termino: lavorò in essi e ne guadagnò altri cinque. A proposito del servo che invece ha nascosto il talento il testo usa il termine: servo inutile. Qui si decreta il fallimento radicale della scelta di essere servo. Vivere una religione dove a proposito dei suoi beni ci accontentiamo di preservare quello che c’è vuol dire essere radicalmente fuori il progetto di Dio. C’è per tutti una grossa conversione da fare. Consegnò loro i suoi beni