«Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi». Forse sarò banale ma quando intervistano dei centenari e chiedono loro il segreto della longevità, oltre a citare una alimentazione sana, sempre fanno riferimento alla preghiera e ad un abbandono fiducioso in Dio. La spiritualità, se la si coltiva con cura e con cognizione di causa, riesce a dare un equilibrio assolutamente unico. Per me è evidente, quando incontro persone che attraversano momenti di prova per la malattia o per qualche lutto, come c’è una differenza netta tra la gestione della fatica da parte di chi ha una buona spiritualità e chi non ce l’ha. Dico buona… perchè si può essere religiosi ma non spirituali! La spiritualità non è una facoltà che si può gestire da autodidatti, improvvisando secondo il momento e la situazione: occorre imparare da chi la vive da anni e sa indicare modi e forme per generare una autentica vita interiore. Nel versetto citato si parla di giovani che faticano e si stancano: non è forse così? Non basta l’energia fisica per affrontare al vita: c’è bisogno di Dio! Cerchiamolo mentre si fa trovare… Buona giornata