Pregare. Un’arte preziosa, appresa dall’uomo attraverso una ricerca spirituale durata tanti secoli e non ancora conclusa… sta, via via, scomparendo come facoltà acquisita dal normale vivere con persone capaci di questo linguaggio. Ci sono, ormai, pochissimi adulti che pregano. Tutt’al più frequentano riti e liturgie, ma non pregano.
Pregare è una arte, dicevo. È frutto di un allenamento dei sentimenti, della volontà, dell’intelletto. Non si può dire di pregare semplicemente perchè si recitano delle preghiere… Pregare è qualcosa di ben più serio perchè chiede una partecipazione di tutta la persona, un coinvolgimento del cuore. Ha a che fare con una determinazione.
L’avvento è il tempo liturgico che prepara ad un incontro: nella prima parte, all’incontro con Dio che viene alla fine della storia; nella seconda parte, all’incontro di Dio con l’uomo nell’incarnazione ormai avvenuta nella storia. La storia è l’elemento fondamentale dell’interazione tra l’umano e il divino. La preghiera è il sistema di connessione.
Senza la preghiera non è possibile cogliere minimamente l’avvenimento del Natale. La vita nasce grazia ad un’attesa operosa: una mamma e un papà non sono padri per caso! Hanno dovuto prepararsi all’arrivo del figlio, fare visite, disporre casa, pensare e sognare… Per questo nella prima domenica d’avvento la liturgia ci invita a pregare…