«Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore». Sono commuoventi queste parole di Paolo! Onesimo aveva commesso qualche reato: probabilmente era in cella con lui. La sua indole malandrina era nota nei villaggi e nessuno più lo voleva tra i piedi. Possiamo immaginare la situazione: Onesimo è una di quelle persone che si presentano buone e gentili ma che appena riescono te la fanno… non si sa mai se fidarsi o meno! La paura di essere fregati è superiore alla fiducia nel cambiamento! Pertanto, non ha grandi possibilità per un cambio di vita… San Paolo gli dà credito! Vede in lui il potenziale di bene e stringe una relazione di amicizia con lui. Onesimo sembra essere rigenerato dal credito di Paolo e si converte. San Paolo è in prigione e non può accompagnarlo per l’inserimento in una comunità. Per questo chiede all’amico Filemone di accoglierlo. Le parole di Paolo fanno presagire una sostanziale indisponibilità: faticoso credere che un farabutto possa essere diventato d’un tratto un santo… Filemone in forza delle parole di Paolo fa un passo nella direzione della fiducia… noi cosa avremmo fatto?   Buona giornata