«Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Ognuno di noi, in base ai criteri morali che considera essenziali, può dire di avere la coscienza a posto. Ugualmente, però, ognuno di noi si avverte un po’ come mancante, come non finito: manca qualcosa alla gioia! Una vita sostanzialmente irreprensibile può dare una sensazione di impunità, di inattaccabilità, ma la gioia è un’altra storia! È capitata al giovane ricco questa situazione: era giusto, rigorosamente ligio all’osservanza dei comandamenti, eppure sentì l’esigenza di interpellare Gesù su una vita davvero piena, compiuta. Essere giusti è certamente una buona cosa ma c’è dell’altro… A capo di tutto Gesù mette l’amore, il dono di sè, la gratuità! Si fa in fretta a capire questa cosa! Provate a pensare: preferite stare con una persona che non sgarra mai, sempre ligia al dovere, attenta e scrupolosa in tutti gli ambiti della vita o ad una persona che a volte arranca ma è generosa, sorridente, benevola, misericordiosa? Se vogliamo metterla proprio sui luoghi comuni, si tratta della differenza tra il secchione e l’intelligente… il secchione non fallisce mai una interrogazione ma è pieno di sè, ama il suo status e difende il suo primato, l’intelligente, a volte toppa il compito in classe, ma non gli interessa essere il primo, aiuta, sostiene i compagni, gioisce nel condividere i propri risultati… c’è una differenza, no? Buona giornata