Gesù non era come i maestri tradizionali. Non ripeteva a memoria dei precetti da imparare. Non aveva il codazzo di discepoli che avevano i rabbi più importanti del tempo: lui aveva fatto delle scelte! Tra i discepoli ne aveva accolti al seguito solo dodici. Il suo insegnamento era autorevole perchè era un tutt’uno con la sua persona.

Il rabbi Gesù raccontava storie, compiva gesti, commentava avvenimenti. Non aveva delle lezioni prestabilite da somministrare. Era la vita vissuta il suo insegnamento. Ogni fatto, ogni persona, ogni cosa, era un pretesto per aprire le persone al mistero di Dio.

Certamente non era un sistematico, nemmeno un filosofo, nemmeno uno scienziato, o forse tutti… Era un poeta! Il poeta della vita… sapeva far vibrare nella realtà le corde dello Spirito. Per questo parlava in parabole: amava far intravedere ed educava i suoi discepoli a contemplare la realtà più che a spiegarla.

Oggi siamo così testardamente alla ricerca del vero – è una cosa buona! – ma come se il vero fosse semplicemente il compreso! Il vero, invece, più profondamente, è primariamente bello! La parabola educa allo stupore, alla meraviglia, alla contemplazione, alla poesia… Perchè la verità di Dio è anzitutto bellezza!

Tra ciò che vediamo e ciò che capiamo c’è la bellezza… ammiriamola!