«Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono». Come tutti gli anni, nella memoria liturgica della “Conversione di San Paolo”, si conclude la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Sappiamo come, nei secoli, per diversi motivi politici e dottrinali, abbiamo alzato barriere e chiuso rapporti dimenticandoci la cosa più bella che Gesù ci ha regalato: la fraternità! Però, passa il tempo, e pian piano ci si rende conto che così non va: occorre ritrovare la strada della comunione! San Paolo è l’esempio dell’uomo che sa sostenere con fermezza le proprie idee ma sa, pure, mettersi in dialogo cercando di arrivare ad un accordo con i fratelli: bellissimo l’incontro-scontro con Pietro nel cosiddetto concilio di Gerusalemme… due uomini con in testa criteri opposti ma che, alla fine, trovano la via dell’unità, primo criterio di una vita nuova! Ci sono dei segni, infatti, che devono assolutamente accompagnare coloro che hanno incontrato Cristo e lo portano dentro nella loro vita: scacceranno i demòni dell’individualismo, parleranno le lingue nuove della comunione e dell’unità, prenderanno in mano serpenti del proprio io e schiacceranno loro la testa, imporranno le mani ai malati di autoreferenzialità e questi guariranno. Fintanto che non sentiremo di essere una cosa sola vuol dire che non siamo ancora convertiti! Buona giornata