«Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro». Ho conosciuto padri feriti dai propri figli che, per difesa, hanno innalzato un muro e hanno chiuso ogni rapporto con loro: quanta sofferenza da una parte e dall’altra, impossibile da incanalare e sublimare, se non con il perdono… Ho conosciuto padri, al contrario, disperati per non riuscire a riallacciare rapporti con i figli ribelli: lacrime e pianti senza tregua, nella speranza di un ravvedimento… Padri e figli sono legati da un legame che non si può cancellare, non si può bypassare! C’è e va capito e compreso nella sua verità: un legame per la libertà, per la pienezza, per la gioia… La parabola del “figliol prodigo” è splendida, in questo senso: mostra la grande generosità del padre nel concedere spazi alla libertà del figlio e insieme l’apertura imperterrita alla cura e all’accoglienza del figlio! Le due dimensioni devono stare sempre insieme… ma non è facile! Da padri, si pensa “per amore”, c’è da legare a sè i figli per assicurare loro la gioia: non è così! Occorre lasciare, perdere, liberare… ma, insieme, correre incontro! Il figlio ha bisogno di sapere che la porta del padre è sempre aperta… sia per uscire che per entrare… Buona giornata