«Un profeta non riceve onore nella propria patria» Gv 4,43-54. Mi capita di dire: “a me dei giudizi degli altri non mi importa nulla”! È ciò che penso dal punto di vista ideale ma, nella realtà, i giudizi qualche mal di pacia riescono a procurameli… Sì, la buona fama, il consenso, la stima, ci interessano, ci fanno sentire più importanti, più sicuri. Eppure, è tutto relativo. l’unico giudizio che ci deve interessare è quello di Dio. Gesù era completamente indifferente agli insulti e alle invettive dei suoi nemici. Persino i suoi compaesani che, di per sè, avrebbero dovuto essere orgogliosi per la sua riconosciuta autorevolezza, erano ostili ai suoi insegnamenti. Gesù non aveva l’ambizione di ricevere approvazioni in questo mondo: la sua patria di riferimento era il cielo! Il giudizio che proveniva da quella patria era quello che gli importava davvero! Deve essere così anche per noi. “Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi”, così Gesù preparava i suoi discepoli alla missione. Cerchiamo di coltivare il pensiero della patria celeste. Sia il consenso di chi la pensa come noi sia il dissenso di chi ci osteggia, non devono minimamente interferire sulla volontà di compiere solo e soltanto ciò che piace al Padre. Solo così saremo davvero liberi e fecondi. Buona giornata