«Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre!». Gn 3,9-24. Adamo ed Eva hanno appena mangiato dell’albero della conoscenza del bene e del male. Si avvertono nudi uno di fronte all’altro, vulnerabili, fragili. La conoscenza senza l’amore si manifesta come pericolo: l’altro non è più un alleato ma un contendente. La paura ha aperto la via all’ostilità che si manifesterà in tutta la sua violenza nel fratricidio di Caino nei confronti di Abele. C’è ancora un albero nel giardino: è l’albero della vita. Se Adamo ne mangiasse vivrrebbe per sempre… Potremmo dire: ma perchè Dio non ha permesso all’uomo di mangiarne e diventare immortale come Lui? È forse Dio l’invidioso? In realtà, no! Dio non vuole che l’uomo viva per sempre in quella condizione di paura e di limite a cui lo ha portato la consumazione del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male! Dio desidera che che l’uomo concluda il suo cammino in questa valle di lacrime e possa ricominciarne uno nuovo nella pienezza della comunione con Lui. La morte biologica, alla fine, si manifesta come un grande dono! Una vita infinita non sarebbe altro che una condanna eterna all’infelicità! Buona giornata