«Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto?». Da preti, quasi ogni giorno, ci troviamo a celebrare liturgie (battesimi, cresime, comunioni, matrimoni, funerali) con gente che non crede. Molte volte si tratta di persone che hanno avuto un passato – soprattutto nel periodo della fanciullezza – di frequentazione della realtà ecclesiale ma che, in seguito, hanno completamente abbandonato ogni pratica. La maggior parte delle persone compiono i gesti previsti – il segno di croce e lo scambio di pace – ma non conoscono i dialoghi con chi presiede e i canti che si eseguono e, pertanto, rimangono a bocca chiusa. È un vero paradosso: si partecipa ad una azione e si è totalmente passivi! Si ascoltano parole ma risuonano, per lo più, estranee al cuore. È proprio vero il versetto che ho sopra ho riportato dalla Lettera di san Paolo ai Romani: se uno non crede, anche se partecipa ad una invocazione corale al Signore, è difficile che troverà salvezza! Mi ricordo alcune mamme che mi dicevano: l’importante è che mio figlio vada a messa, qualcosa gli rimarrà attaccato! Può essere vero, ma solo se c’è un minimo di disponibilità e di apertura all’iniziativa di Dio! Occorre ridare dignità alla liturgia… forse rischiamo di ridurla sempre più ad un assurdo teatrino del nulla! Buona giornata