«Sono apparsi infatti nel mondo molti seduttori, che non riconoscono Gesù venuto nella carne». Giovanni, l’evangelista, mette in guardia i cristiani sul rischio di fare del Vangelo una filosofia invece che un avvenimento. È una deriva sempre presente nella storia della chiesa, anche oggi! In che cosa consiste? Consiste nel ritenere il Vangelo un insegnamento, una serie di indicazioni pratiche di comportamento. Se fosse così, non avremmo altro che un prontuario normativo indiscutibile e immodificabile a cui riferirsi cercandovi una progressiva sintonia nelle scelte di vita. Il rischio più grande che si correrebbe sarebbe una interpretazione privata del messaggio, con relativa selezione dei contenuti a partire dal proprio sentire… Il Gesù venuto nella carne, invece, è il Risorto che cammina ancora con noi oggi nel suo Spirito. Ci chiede continuamente una risposta attuale, corrispondente ai tempi e ai momenti del vivere contemporaneo. È per questo che il Vangelo si adatta ai tempi ed esige una ridefinizione in base alle domande e alle esigenze dell’uomo di ogni tempo e di ogni luogo. Non solo: il Gesù venuto nella carne sancisce l’impossibilità assoluta di una interpretazione privata e solitaria del suo pensiero: è solo dentro un cammino comunitario che Gesù risorto si fa riconoscere… fu così all’inizio quando apparve ai Dodici nel cenacolo ed è così ancora oggi nel suo farsi vivo nella riunione eucaristica settimanale! Gesù è in carne ed ossa, eccome! Buona giornata