L’unico. È un termine tranciante, categorico, assoluto. Non c’è niente e nessuno che possa essere accostato a ciò che è unico: pensiamo ad una persona, ad un oggetto d’artigianato o ad un’opera d’arte… ciò che è unico non può essere reduplicato! Chi si pone sullo stesso piano dell’unico è, inevitabilmente, una copia, una imitazione!
Il Signore è l’unico Signore! Chi è signore? Signore è colui che esercita una signoria, ossia è plenipotenziario di qualcuno o di qualcosa. Il signore è responsabile di ciò che gli appartiene, ha certamente dei diritti ma anche dei doveri. Un signore è davvero all’altezza quando mostra una cura e una dedizione assolute verso ciò che gli appartiene.
Occorre che ci rendiamo conto che tutti noi apparteniamo a qualcuno nel senso che siamo chiamati a rendere a lui conto delle nostre scelte: questo Qualcuno è Dio! Ma può benissimo capitare che questo qualcuno sia il nostro io, i nostri genitori, lo sport, il lavoro, i figli… tutte realtà importantissime ma, ricordiamoci, la signoria pretende l’unicità!
Siamo in balia di troppi idoli che hanno le fattezze di Dio ma non sono Dio! Sono importanti ma non tanto quanto Dio! Spodestare gli idoli dalla nicchia che abbiamo loro riservato è l’attività più liberante che ci possa capitare di fare!