«Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto». Accettare il limite della nostra storicità è un passaggio necessario ad un equilibrio interiore. La nostra conoscenza è imperfetta, non ce lo possiamo nascondere. Non si contano gli errori nostri e degli altri nella valutazione della realtà. Non è certo mala intenzione ma, di fatto, sbagliamo. Le assolutizzazioni dei nostri pensieri e delle nostre idee non porta da nessuna parte, crea solo frizioni e contrapposizioni funeste! Occorre riconoscere che in ogni punto di vista c’è del vero e del relativo… certo è che, poi, ci sono delle ragioni più stringenti su alcune questioni che è doveroso accogliere con maggiore apertura. Della serie: nella conoscenza della realtà, il criterio “uno vale uno” non funziona affatto! È ovvio che uno scienziato ha una cognizione dei fenomeni di cui ha esperienza di studio pluriennale molto più solida di uno che va a sensazioni… Però, anche lo scienziato è bene che coltivi nel suo intimo la relatività dei suoi teoremi riconoscendo la possibilità di sviluppi ulteriori… è questione proprio di filosofia epistemologica! San Paolo afferma che la conoscenza piena sarà solo davanti a Dio e sarà, primariamente, una conoscenza di chi siamo! Molto interessante: significa che il primo mistero siamo proprio noi… Buona giornata