In questi giorni ho avuto modo di fare una bella chiacchierata con uno scienziato di peso del CERN. Mi ha spiegato con una semplicità disarmante elementi base di astrofisica aprendomi lo sguardo su cose di una bellezza e di una immensità incommensurabili. Ho provato un senso di incanto che è scaturito in una spontanea lode a Dio.
Lo scienziato mi ha subito fatto presente che la sua ricerca partiva da presupposti sostanzialmente scettici e che, pertanto, non poteva unirsi alla mia lode. Approfondendo un poco l’argomento ho avvertito che la presa di distanza dalla fede proveniva da un approccio a Dio del tutto moralistico.
Che cosa aveva allontanato lo scienziato dalla fede? Il fatto che non accettava ci fosse qualcuno (ecclesiastici in generale) che gli dicesse cosa fosse giusto e cosa sbagliato, non accettando alcun dialogo e confronto. Non c’è dubbio che, purtroppo, soprattutto la Chiesa di qualche decennio fa, questo difetto l’ha proprio avuto…
Mi sembra molto adatto il richiamo di Dio al popolo d’Israele nel momento in cui dona loro i comandamenti: guai ad aggiungere troppi orpelli e codicilli da rendere odiosa la sua volontà agli occhi degli uomini! Forse, questa raccomandazione l’abbiamo proprio disattesa…