Siamo abituati da qualche decennio, quando acquistiamo un prodotto, a verificarne la scadenza (è dal 1982 che vige l’obbligo). Prima, io me lo ricordo, non c’era scadenza, c’era solo la cortezza del consumatore a vigilare di volta in volta sulla commestibilità del prodotto da mangiare. Il cibo ha una durata… con o senza scadenza!

Per avere “il cibo che non dura” ogni uomo si affatica notte e giorno, tutto il tempo della vita. Viviamo di ciò che ha un tempo contato. Di conseguenza, ne dobbiamo prendere atto, anche noi abbiamo un tempo che ha una fine. Siamo preoccupatissimi di avere il cibo che ci fa perire e ci siamo stancati di pensare se non c’è, invece, un cibo capace di farci vivere per sempre!

Il corpo ha le sue esigenze, si sa, e si fa sentire! Quando la fame stringe si è disposti a tutto pur di racimolare qualcosa da mangiare… anche lo spirito, però, ha le sue esigenze: quante domande ci facciamo sulla vita,  sull’amore, sulla felicità, sul dolore, sulla malattia, sulla morte… e poi ci accontentiamo di palativi!

Gesù ci dice che Lui è il “cibo che dura per la vita eterna”. “Mangiare” di Lui con più convinzione non potrebbe essere una strategia vincente? A me pare proprio di sì!