«Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada… Un’altra parte cadde sul terreno sassoso… Un’altra parte cadde sui rovi… Un’altra parte cadde sul terreno buono». Il seme cade. È talmente piccolo che quando il contadino mette le mani nel sacco per prenderne una manciata e metterlo nel solco preparato, qualche seme gli sfugge e va a cadere su superfici non idonee. Il seme ha dentro un potenziale di vita impressionante e gli basta poco per germinare. Ma la sua vitalità non è sufficiente a sopravvivere e portar frutto: ha bisogno di cura, di attenzione, di dedizione. Ho in mente il viaggio che ho fatto in Camerun: nella campagna i contadini hanno degli appezzamenti di terreno estesi con terra molto feconda ma hanno anche delle collinette rocciose dove, secondo i nostri parametri di produzione, è una pazzia seminare… Loro, invece, con una pazienza infinita zappano e concimano e, anche dai quei terreni impervi e apparentemente improduttivi, raccolgono dei frutti. Cosa significa? Significa che è scontato che ci siano terreni più fertili e terreni meno fertili ma tutto dipende da come sappiamo coltivarli. Ognuno di noi è il terreno che è: il Buon seminatore semina… il suo seme è pieno di vita! A noi non è chiesto di essere un altro terreno da quello che siamo ma semplicemente di prenderci cura del seme: anche in noi porterà frutto! Buona giornata