«Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele». Misterioso questo mandato dato agli apostoli di non andare dai pagani e dai samaritani: sembra contraddire platealmente il suo stile missionario di inclusività, con particolare predilezione verso i lontani e i peccatori… I biblisti spiegano che l’evangelista Matteo, rivolgendosi a delle comunità di origine ebraica, avrebbe voluto mostrare come l’annuncio fosse primariamente rivolto al popolo eletto come compimento della promessa. E ci sta. C’è anche una questione di urgenza: prima di guardare agli altri è bene occuparsi di se stessi! In questo senso, l’invito mi pare molto calzante anche per l’evangelizzazione odierna: è giusto che pensiamo che siano sempre gli altri ad aver bisogno di essere evangelizzati? Non è forse ora che ci rivolgiamo a noi stessi e ci mettiamo ad ascoltare più seriamente l’invito a lasciare l’uomo vecchio per rivestirci del nuovo? L’abitudine a pensare a quello che manca agli altri nel cammino di fede ci distrae dalla necessità primaria della nostra conversione… I primi a doversi convertire sono proprio i discepoli: non per nulla Gesù li chiama a sè e li obbliga ad un percorso serrato di condivisione per educarli allo stile del Vangelo! Non pensiamo a convertire gli altri ma convertiamo noi stessi! Buona giornata