«Il paese non può sopportare le sue parole». Il profeta Amos non ha peli sulla lingua: se deve profetizzare sventure, anche se colpiscono i poteri forti, non si tira indietro, a costo della sua incolumità! Usa parole così forti che l’intera collettività si avverte come sotto bersaglio. È proprio così: spesso si preferisce rimanere nell’illusione di un apparente benessere piuttosto che affrontare la delusione di un decostruzione a favore di una resilienza! Amos parla a nome di Dio e in quanto tale non annuncia sventure irreversibili ma pericoli conseguenti a condotte immorali, slegate dall’obbedienza dovuta a Dio in forza del patto di alleanza stipulato dai padri… Sono quindi richiami, minacce, per provocare un ravvedimento e un recupero della via della salvezza smarrita! Israele non ascolta… non vuole ascoltare! È proprio infastidita… preferisce le parole accomodanti di cortigiani che relativizzano e fanno dormire sonni tranquilli… anche se incombe la catastrofe! Credo che il mondo sia così anche oggi! Sarà così permanentemente! Quanto è difficile richiamare su percorsi che le mode del momento lanciano come risolutivi e sono, al contrario, veri e propri disastri sociali… Se penso alle questioni della natalità, della famiglia, delle droghe, della individualismo… impossibile non riconoscerne la rovinosità! Ma guai a chi ne parla… riflettiamoci! Buona giornata