C’è molta timidezza, in tutti i credenti, nel sostenere le ragioni del Vangelo dentro un mondo oggettivamente sempre più lontano e indifferente. Si ha come il desiderio di non rompere troppo, di non essere troppo invadenti, di non porre troppi paletti e passare per sgraditi alla maggioranza.
L’impressione è che non si creda fino in fondo a quello che si sostiene. Il mondo, al contrario, è perentorio nelle sue prese di posizione, non ha peli sulla lingua. Trovo un dogmatismo nel pensiero che va per la maggiore davvero impressionante. Forse c’è bisogno di un contrappunto altrettanto vigoroso per generare una cultura che sia significativa!
C’è una ragione nelle cose che crediamo? C’è una bellezza nella vita secondo il Vangelo? Ne abbiamo fatto esperienza? Ebbene: parliamone! Diamo testimonianza! Teniamo duro anche dentro l’avversità e la contrarietà! I credenti sono tutt’altro che degli stolti: parlano in virtù di una ragione che li supera ma che riconoscono pienamente corrispondete all’uomo.
Da credenti non dobbiamo avere alcuna soggezione del mondo, nessun complesso d’inferiorità! Dobbiamo saper vivere nella scontro, dentro un modo ostile, senza la minima paura di essere minorità: la ragione non sta nella maggioranza ma nella verità! Se abbiamo creduto, dobbiamo parlare! È la nostra missione per la vita del mondo!