«Questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo». Sono le parole di un tribuno romano dove emerge come il caso di Gesù, all’inizio, fosse trattato come un fatto marginale, alla stregua di altri casi problematici che mettevano un po’ in agitazione la quiete pubblica verso la quale Roma era particolarmente sensibile… famosissima, infatti, è la cosiddetta “pax romana” che si studia in storia nella scuola di ogni ordine e grado! Gesù come problema sociale, insomma… Però, è evidente come la questione sollevata da Paolo riguardasse l’essere vivo di Gesù, la sua risurrezione! Perchè oggi non da più fastidio l’annuncio della risurrezione di Gesù? Perchè non si agita più nessuno nel momento in cui si afferma la vita nuova di Gesù? A me sembra di capire che il centro della riflessione ai nostri giorni sia totalmente altro rispetto ai temi esistenziali che hanno animato i secoli scorsi fino ai nostri giorni: a nessuno interessa più parlare della morte e del dolore… vige la censura più radicale! Il pensiero è tutto impiegato sul versante del fare, della qualità della vita biologica, dell’hic et nunc… Che ci sia qualcuno che dica che Gesù è risorto non può importar di meno… sono altre le urgenze… Siamo macchine di un sistema: giunte ad usura, tutto è finito! Mamma mia… a me interessa la risurrezione, eccome! Buona giornata