Nel Vangelo leggiamo che ogni qualvolta la folla voleva fare re Gesù, egli si ritirava in disparte in luoghi deserti: non voleva assolutamente che la gente equivocasse la sua missione! Era troppo l’entusiasmo per i suoi miracoli e per le sue parole rivoluzionarie, si rischiava l’avvallo di una idea diabolica di Dio…
Ora, al contrario, è proprio Gesù ad organizzare la sua entrata in Gerusalemme, secondo quanto era scritto rispetto all’arriva del Messia. C’è un intento chiarissimo: convocare il più persone possibile per mostrare come il volto di Dio che era venuto a rivelare non era quello vincente dell’immaginario comune, ma quello scandaloso del Crocifisso…
Ecco quanto siamo chiamati a celebrare: Gesù ci convoca per entrare con Lui in Gerusalemme, la città santa, la città della rivelazione di Dio, e per verificare una volta ancora che tipo di discepoli siamo. Vivremo con Lui tutto il mistero della Passione. Avremo davanti agli occhi l’esperienza di fede di tanti compagni: saranno lo specchio per verificarci intimamente.
Non scandalizziamoci delle nostre incoerenze… ammettiamole! Confessiamole! Propria a partire dalle nostre mancanze avremo modo di stupirci dell’immensità dell’amore di Gesù! E dall’amore di Gesù ripartire per un nuovo percorso di risurrezione integrale della nostra vita.