Il numero quaranta è ricorrente nella Bibbia. Quarant’anni è il tempo che il popolo d’Israele ha impiegato ad uscir dall’Egitto ed entrare nella terra promessa. Quarant’anni è il tempo che misura una generazione. Il cammino verso la salvezza, pertanto, equivale a tutta la nostra vita!
Israele ammetterà che, se il tempo per uscire dall’Egitto è durato tanto, ancor di più ci è voluto per togliere l’Egitto dal cuore. Cosa vuol dire? Che dei gesti di conversione si riescono a realizzare ma il rinnovamento del cuore è ben più complesso e laborioso. Da qui il senso di una quaresima ogni anno…
C’è da ammettere che il maligno esercita sempre su di noi una pressione esagerata. Il problema grosso è che noi non ce ne accorgiamo: è talmente subdolo che non gioca tanto spingendoci a fare il male ma a vivere nella mediocrità! La superficialità è il terreno più fecondo del male…
Il Vangelo ci ricorda che Gesù è stato tentato e che ha dovuto intentare una lotta serrata con Satana. Gesù, facendosi uomo, non ha fatto altro che svelarci le insidie ad una vita santa: si tratta di opporsi, di dire dei no, di rinunciare al male! È il primo passo per immergerci, a Pasqua, nelle acque ristoratrici del battesimo…