«Gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio». Quando la nostra parola è liberata? Quando si apre alla lode! Fintanto che siamo tristi e descriviamo la realtà a tinte scure significa che siamo schiavi del male! Chi ha conosciuto Dio contempla il mondo e lo sa riconoscere pieno di bellezza! Sa cogliere anche nella nebbia, i contorni di una promessa buona e sa, pure, intravedere la gestazione del bene! Trovo che tanta gente – troppa – sia cieca, sempre negativa, ripiegata sulle cose brutte, indugiante sulle criticità! Gesù viene proprio a portare un modo nuovo di leggere la storia: l’impossibile è possibile, il piccolo è grande, il povero è ricco, il condannato è salvato, il morto è risorto… La realtà svela risvolti totalmente nuovi non appena si ha lo sguardo capace di leggere tra le pieghe più complesse e ostiche! Zaccaria perde la parola nel momento in cui non entra nel nuovo linguaggio di Dio: lo riacquista solo quando da al figlio un nome nuovo che rompe con il déjà vu della tradizione! Zaccaria non solo si rimette a parlare ma si mette a lodare, a gioire, a benedire l’opera di Dio! Come è il nostro parlare? Buona giornata