È da tre domeniche di fila che la Parola ci presenta contenuti davvero proibitivi per il nostro comune sentire… Siamo partiti con il perdonare “settanta volte sette”, cioè sempre! Poi, con la paga di “un denaro” sia per chi ha lavorato dodici ore come per chi ha lavorato un’ora soltanto! Infine, oggi la richiesta a “considerare gli altri superiori a noi stessi”! Ma come si fa? È davvero possibile quello che ci chiede Gesù? Sembriamo fatti proprio al contrario…
È innegabile, tuttavia, che nel momento in cui riusciamo a sperimentare, anche per poco, la logica di Dio la pace si fa di casa nel nostro cuore. Vivere secondo il Vangelo è davvero il modo di vivere secondo Dio. È il paradiso che scende sulla terra e ce la fa sentire abitabile. Le dinamiche del nostro cuore così avvinghiato al peccato, invece, non ci danno gioia… sembrano per qualche istante darci felicità ma alla fine sono abissi di amarezza!
Gesù, ci dice san Paolo, “umiliò se stesso”, mise da parte la sua prerogativa divina e si mise alla nostra portata. Considerò più conveniente perdere se stesso, la sua divinità, per guadagnare noi, piuttosto che grandeggiare in solitaria! Eppure, la sua umiliazione si è mostrata una vera e propria esaltazione! Dio ribalta sempre i nostri criteri…