«Il settimo giorno vi sarà una riunione sacra: non farete alcun lavoro servile». Nella Genesi leggiamo che Dio creò il mondo in sei giorni e il settimo si riposò: c’è un tempo in cui lavora e c’è un tempo in cui riposa. Il riposo è primariamente dedicato alla contemplazione di quanto creato: Dio guarda e si compiace delle sue creature, ha modo di amare e apprezzare le meraviglie che sono uscite dalla sue mani. La grandezza di Dio sta sia nel fare che nel non fare… la stessa cosa la vuole per l’uomo. Non si tratta primariamente di un comando da eseguire ma di una condivisione all’uomo da parte di Dio del proprio essere! Lavorare è partecipare della dignità di Dio e non lavorare pure! Ognuno di noi si deve chiedere: come lavoro? Quanto mi impegno e mi applico nelle mie attività professionali? Quando risposo che cosa faccio? Mi estraneo totalmente da ciò che ho fatto oppure sono capace di contemplare e gioire per quanto ho realizzato? Se arriviamo a separare radicalmente il lavoro dal risposo significa che stiamo vivendo scissi… Lo stordimento e la frenesia che connotano il riposo dell’uomo contemporaneo ci devono interrogare sulla bontà effettiva del suo lavoro… il lavoro è opera di creazione o di distruzione? Pensiamoci… Buona giornata