XXIV T.O. 15 SETTEMBRE 2019 Lc 15, 1-32
Rallegratevi con me.
I farisei si scandalizzano di Gesù perché accogli i peccatori e mangia con essi.
Con linguaggio moderno diremmo che si confrontano due teologie e due prassi rispetto al peccato e al peccatore. La prima, quella dei farisei, crede in un uomo capace di evitare il peccato e predica un disprezzo del peccatore. Qui l’uomo che pecca è identificato come colui che non è fedele. Dio ha una funzione passiva, è solo l’offeso. L’uomo è solo con il suo peccato. La seconda, quella di Gesù, conosce un uomo fragile e mette al centro l’amore di Dio che perdona colui che è caduto. Qui tra Dio e il peccatore c’è empatia e paterna comprensione.
Le tre parabole che la liturgia ci presenta ribadiscono questa verità presentandola come la Verità che viene da Dio.
Il risultato finale è la gioia.
Non un clima freddo e carico di giudizio come nella cultura farisaica, ma una gioia profonda che sgorga dalla profondità dell’uomo.
La coscienza di essere peccatore letta nell’orizzonte dell’amore del Padre che accoglie e perdona anche dopo le esperienze più drammatiche, creano un cuore nuovo scaldato dalla gioia che viene da Dio.
L’invito di questa domenica è quello di rifondare in questa luce la nostra fede per essere attrezzati nel grande combattimento della vita.

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