XXIV DOM. T.O. – B – 16 SETTEMBRE 2018
«Ma voi, chi dite che io sia?» (Mc 8,29)
La domanda sulla sua identità sembra essere molto importante per Gesù; sapere che cosa la gente pensa di lui e poi cosa i suoi più stretti amici pensano di lui gli è necessario forse per sondare il terreno riguardo la ricezione della sua predicazione, per capire se gli uomini stanno capendo oppure no il messaggio del suo Vangelo, ma anche per rilanciare l’impegno di chi lo vuol seguire.
Sentiamo questa domanda rivolta a ciascuno di noi personalmente. Che cosa pensiamo di Gesù? La nostra fede ci porta ad affermare con sicurezza ciò che san Pietro ha risposto alla domanda del Maestro? Abbiamo la certezza che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente venuto a salvarci? La risposta non può essere semplicemente sì o no. La risposta a questa domanda viene dalla nostra vita tutta intera, dal tempo che riserviamo a Gesù nelle nostre giornate, dal modo in cui testimoniamo il Vangelo, dal coraggio con cui ci professiamo cristiani nel mondo che ci rifiuta.
Riconoscere che Gesù è il Cristo significa riconoscerlo come nostro unico Signore e guida, significa mettere da parte il nostro egocentrismo ed egoismo, che a volte ci spinge a voler decidere noi dove andare e che cosa fare indipendentemente dalla nostra identità cristiana. Ma, come ha sperimentato san Pietro, quando vogliamo decidere noi non riconosciamo Gesù come il Cristo, e lui si volta dall’altra parte rimandandoci alla giusta posizione: «Va’ dietro a me!». Il discepolo lascia che sia il Maestro a tracciare la strada da percorrere e resta dietro di lui per poter ricalcare con i piedi le sue orme.
Diciamo con fede a Gesù: «Tu sei il Cristo!» ma dimostriamo anche di crederci scegliendo di vivere come veri suoi discepoli!