CORPUS DOMINI – B – 3 GIUGNO 2018
«Questo è il mio sangue dell’alleanza» (Mc 14,24a)
In questa solennità del Corpus Domini la liturgia ci chiama a ricordarci con vigore rinnovato del grande dono che il Cristo ci ha fatto dandoci la possibilità di decidere ogni giorno di entrare a far parte di quell’eredità eterna che la sua Pasqua ha inaugurato. «Questo è il mio corpo … questo è il mio sangue». Nell’Eucaristia, ogni volta che viene celebrata la santa Messa, Gesù allunga la mano verso di noi per tirarci a sé, per inserirci nella sua vita divina.
E la natura del legame che Gesù vuole instaurare con ciascuno di noi non assomiglia alle tipiche relazioni liquide della nostra epoca, ma ha la forma di un’alleanza, di un patto suggellato dal sangue. Il sangue degli olocausti offerti ai tempi di Mosè ha asperso ugualmente l’altare, simbolo di Dio, e il popolo di Israele raccolto sotto il Sinai; così il sangue dell’Agnello senza macchia, immolato sulla croce, nella specie del vino consacrato ricopre tutti noi, radunati attorno all’altare del suo corpo. Un legame forte, un legame famigliare di consanguineità, un legame che ha il sapore dell’eternità.
Agli occhi dei lontani, la celebrazione del Corpus Domini può sembrare un’ormai superata pratica devozionale, un residuo di Medioevo. Ma in questa giornata, agli occhi della fede cristiana più essenziale e mai vecchia, la certezza della presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati è una spinta potente all’adorazione dell’onnipotente Dio, visibile nella piccola ostia esposta negli ostensori. È l’amore per lui che ci spinge a portarlo per le vie delle nostre parrocchie come testimonianza di una fede sempre viva, malgrado gli ostacoli della società ateista e della disaffezione dei più.