I DOM. QUARESIMA – B – 18 FEBBRAIO 2018 Vangelo Marco 1,12-15
«E nel deserto rimase quaranta giorni» (Mc 1,13a)
Impressiona sempre leggere che è lo Spirito a sospingere Gesù nel deserto, luogo in cui viene tentato dal diavolo. Quello che forse non abbiamo sempre chiaro nella mente è che il deserto, malgrado le condizioni rigide e difficoltose che gli sono proprie, per noi non è sempre una realtà negativa.
Per quaranta giorni Gesù resta nel deserto, tanto quanto dura per noi il tempo della Quaresima da poco inaugurato. Lasciamo che lo Spirito Santo sospinga anche noi nel deserto, in questo luogo in cui la vita è dura e faticosa, in cui a volte manca il cibo (ecco l’invito al digiuno) e nel quale si è costretti a rinunciare ad alcune comodità a cui siamo abituati (ed ecco l’invito all’elemosina, rinuncia a qualcosa che solitamente riserviamo a noi stessi); luogo in cui siamo soli, senza nessuno a cui rivolgere la parola (se non Dio soltanto, verso il quale possiamo sempre innalzare la nostra preghiera, certi di essere ascoltati).
Nel deserto siamo costretti a metterci di fronte a noi stessi, a guardarci in faccia come in uno specchio, condizione indispensabile perché la nostra Quaresima possa diventare il tempo in cui stringere con decisione le redini della nostra vita di fede che rischiano di sfuggirci di mano quando la presa si allenta troppo (per le tante cose da fare o per i pensieri e le preoccupazioni). In questi quaranta giorni di cammino, ecclesiale e comunitario ma anche desertico e personalissimo, lo Spirito ci guida nella ri-centratura sul Cristo per poter alla fine rivivere in comunione con lui la Pasqua, che già da ora aspettiamo sorgere lontana sull’orizzonte.