VI DOMENICA T.O. – B – 11 FEBBRAIO 2018
«Lo voglio, sii purificato» (Mc 1,41b
Il dubbio del lebbroso non è circa la capacità di Gesù di guarirlo oppure no, ma sulla sua volontà di farlo o non farlo. Le parole del lebbroso – «Se vuoi puoi purificarmi» ¬– ci dicono che è convinto che la sua guarigione dipenda dalla disposizione di Gesù nei suoi confronti e cioè, riflettendo su lui stesso la questione, che non è certo di meritare di essere guarito da Gesù.
Ma Gesù, diversamente dalla cultura a lui contemporanea, sa bene che la malattia non è la punizione di Dio per coloro che si sono comportati male, e così dissolve immediatamente il dubbio del lebbroso mostrando una volta di più il suo volto, il volto di un Dio misericordioso che desidera la salvezza e la vita per tutti uomini.
E per dimostrare che si sbaglia chiunque crede di mettere in pratica la Legge di Dio giudicando coloro che soffrono e vivono la fatica della malattia, quasi fossero punizioni, Gesù stesso chiama in causa la Legge inviando il lebbroso guarito dal sacerdote per offrire ciò che Mosè aveva prescritto per l’ottenuta purificazione, perché sia una «testimonianza per loro».
Ogni volta che compiamo il male, rischiamo di cadere nell’oblio, di vedere attorno a noi soltanto il negativo che ci accade, la punizione per quanto abbiamo fatto. Ma non possiamo più commettere questo errore perché oggi sappiamo con certezza che a pochi minuti da casa nostra il Signore ci attende già; sappiamo che nel confessionale possiamo metterci in ginocchio davanti a lui e sentirci dire anche noi, ancora una volta: «Lo voglio, sii purificato».