«Vide squarciarsi i cieli» (Mc 1,10a) Battesimo del Signore – B – 7 gennaio 2018
dal Vangelo secondo Marco
La brutalità di questa immagine dei cieli che si squarciano ripete in termini nuovi il mistero del Natale, di un Dio che varca le porte del suo cielo per venire da noi, sulla nostra terra e nella nostra natura umana. Sentiamo ancora l’eco dell’Epifania, cioè della manifestazione della divinità di Cristo, riconosciuta e adorata giusto ieri dai Magi a Betlemme e dichiarata inequivocabilmente oggi dalla voce del Padre e dallo Spirito Santo che discende verso di lui nel Giordano. Dio è nel mondo!
Ma questa estrema vicinanza di Dio all’uomo, di cui ha scelto di condividere la natura, ha il sapore della definitività. Cristo Gesù ha assunto un corpo di carne che, anche dopo la risurrezione, non lascerà più. Il suo legame con l’uomo non è stato provvisorio. Ce lo dice l’evangelista Marco proprio in questa immagine dei cieli squarciati. La scelta di questo verbo (non condiviso da Matteo e Luca, che preferiscono il più delicato aprirsi dei cieli) segna la distruzione di un muro, di un confine prima invalicabile e ora aperto per sempre. Venendo nel mondo Gesù ha aperto a noi la strada per il cielo. Assumendo la natura umana, Dio ha preparato per noi la vita divina, come figli nel suo unico Figlio.
Così possiamo gustare nel vangelo di questa domenica l’armonia tra quel «Gesù che venne da Nazaret», come un uomo tra tanti, e il divino Figlio, in cui il Padre si compiace; un’armonia che attende tutti coloro che vorranno oltrepassare, quando il Cristo verrà nella gloria, i confini dei cieli squarciati.