“E li condusse in disparte, su un alto monte” II DOMENICA DI QUARESIMA
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 17, 1-9
La seconda domenica di quaresima ci fa compiere un salto temporale all’interno del Vangelo di Matteo, passando dal deserto delle tentazioni, dai primi passi del ministero pubblico di Gesù, al monte della trasfigurazione, nel cuore del suo cammino. Deserto e montagna: luoghi molto diversi tra loro, eppure entrambi luoghi di vicinanza e di incontro con Dio. Gesù conduce in disparte tre suoi discepoli, rendendoli testimoni della sua trasfigurazione, cioè del mutamento delle sue sembianze visibili: il suo volto brilla di una luce interiore, e così le sue vesti. Il monte, la luce, la nube luminosa (simbolo della presenza divina), l’apparizione di Mosè ed Elia sono tutti segni che richiamano l’Antica Alleanza e l’esperienza dell’Esodo e del Sinai in particolare: in Gesù se ne ha il compimento, cioè la continuità, portata però alla sua pienezza.
La voce che dalla nube indica il Figlio, l’amato, sembra essere quasi una risposta a distanza alle parole insinuate dal tentatore nel deserto (“Se tu sei Figlio di Dio”), ma soprattutto riprendono quelle risuonate nel battesimo di Gesù, a cui si aggiunge il comando: “Ascoltatelo!”. L’ascolto caratterizza il discepolo ed è ciò che lo porta a seguire la Parola fatta carne fino in fondo, fino alla croce, fino alla Pasqua anticipata dalla trasfigurazione. Al timore che sorge nel cuore dei tre discepoli, come in altre pagine di Matteo, risponde Gesù, che invita loro e noi a scendere dal monte e a portare l’esperienza vissuta nella quotidianità.