“Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio” Dal Vangelo secondo Matteo Mt 6, 24-34
Questa parte del discorso della montagna raduna alcune parole di Gesù importanti per la vita cristiana. Non c’è un ordine preciso, però ci sono alcune insistenze che danno unità al brano.
Matteo sembra concentrarsi su un interrogativo: come deve comportarsi il discepolo nei confronti dei beni del mondo? La risposta è quanto mai lucida: il discepolo non deve preoccuparsi, affannarsi come se tutto dipendesse da sé.
Al discepolo è richiesta la fiducia nell’amore del Padre.
Ciò non è indice di trascuratezza nei confronti delle fatiche e dei problemi di questo mondo, non è segno di ingenuità o di astrazione dal concreto e dalle necessità umane, compresi i beni materiali. “Cercate, invece, anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia” è un’affermazione che fa da autentico snodo e discrimine rispetto all’ansia dei pagani, orienta il cammino e dà il senso genuino dell’invito a non preoccuparsi che scandisce la pagina. Infatti, è solamente all’interno di una relazione con il Padre (quella stessa relazione che dà sostanza anche alla legge nuova del cristiano) che è possibile comprendere perché non ci si deve affannare: Dio sa ciò di cui abbiamo veramente bisogno e ai suoi occhi siamo preziosi.
Le parole di Gesù che denunciano il rischio dell’asservimento alle ricchezze, che diventano “padrone” della nostra vita, suonano dunque come un forte richiamo alla vera libertà, al superamento di un’idolatria che non è solo peccato verso Dio, ma ancor prima contro l’uomo, nella forma di quella schiavitù che molte volte ci imponiamo noi stessi.