“Ma io vi dico” Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5, 17-37
Al Vangelo di Matteo sta molto a cuore il rapporto tra il discepolo di Gesù e la Legge antica e questo spiega il motivo per cui il nostro brano si dilunga nel descrivere la legge nuova del cristiano. Non si tratta di proporre una serie di casi morali o un prontuario d’azione, ma è un invito a leggere la Parola di Dio e, nello specifico, la Legge antica, partendo dal suo centro, dall’intenzione che la anima: superare la giustizia degli scribi e dei farisei non vuol dire rafforzarne le abitudini religiose, ma cercare la volontà di Dio in modo più puro e più profondo.
Gesù, infatti, dice di essere venuto non ad abolire, ma a dare pieno compimento all’Antico Testamento: egli non cancella ciò che lo precede, ma lo compie riportandoci alla sua origine, alla radicalità delle sue esigenze, al suo reale significato, appunto. Perciò si può parlare di continuità e, nello stesso tempo, di novità, una novità portata da Gesù stesso: in Lui, tutti gli ambiti della nostra vita trovano una dimensione e una profondità nuove.
“Ma io vi dico”: il ripetersi di queste parole non scandisce un nuovo elenco di leggi, ma ci dona una legge autenticamente nuova. È Cristo che porta a compimento l’Antico Testamento. È lui che porta a pienezza le nostre vite.