“Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò”
Il mistero pasquale della morte e della resurrezione di Gesù che stiamo celebrando in questa lunga porzione dell’anno liturgico mette al centro della nostra attenzione l’amore: anzitutto l’amore con il quale Dio ha tanto amato il mondo, fino al punto da donare il suo Figlio unigenito in sacrificio per la redenzione di tutti i peccati, ma anche l’amore che ogni uomo, e anche ciascuno di noi, è chiamato ad avere e a vivere nei confronti di Dio.
«Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò»: l’amore è la condizione per entrare nella comunione della vita divina, è la via della quale ci parlava Gesù stesso nel vangelo che abbiamo ascoltato domenica scorsa. E l’amore che siamo chiamati ad avere nei confronti di Gesù si concretizza nell’obbedienza ai comandamenti («Se mi amate, osserverete i miei comandamenti»).
Inoltre, l’amore per Gesù è la condizione per accogliere il dono dello Spirito Santo promesso da Gesù ai suoi discepoli.
Dopo l’Ascensione al cielo, annunciata oggi dal Signore ai suoi, sarà lo Spirito a rinnovare in modo nuovo e vivo la presenza di Gesù nella vita del mondo. È nello Spirito che Gesù continua a rendersi sempre presente in mezzo a coloro che lo amano ed è una presenza che, appunto, si manifesta nell’amore: solo la disponibilità all’amore diventa la differenza tra coloro che accolgono Gesù nel suo Spirito e il mondo.
Di fronte alla promessa di Gesù cerchiamo anche noi di scorgere nei piccoli e grandi gesti d’amore quotidiano la sua presenza nascosta, ma vera e attuale nello Spirito Santo.