”Siate figli del Padre vostro che è nei cieli”
In continuità con la scorsa domenica ascoltiamo le ultime due provocazioni o “antitesi” stabilite da Gesù tra l’interpretazione riduttiva della Legge mosaica e la novità della sua proposta che risale all’intenzione stessa di Dio. Gesù qui ci parla di amore che “va oltre”: oltre il calcolo del dovuto. Egli lega l’amore alla preghiera per il nemico “affinché siate figli del Padre”. Si, noi siamo figli di Dio per il battesimo, ma lo dimostriamo nella misura in cui ci comportiamo come Lui che ama tutti senza condizioni. Per gli Ebrei era normale l’amore per il proprio popolo , ma il nemico andava odiato. Anche oggi è normale provare antipatia per chi ti contrasta. E’ da figlio di Dio cercare ad ogni costo ciò che unisce! E’ normale difendere le proprie cose, il proprio territorio, i propri interessi. E’ da figlio di Dio scegliere il dialogo, la conoscenza reciproca per farlo. Fin che in noi emerge la parte peggiore “l’uomo vecchio” non ci comportiamo ancora da veri figli del Padre celeste. Gesù ci chiede tanto perché ci ama tantissimo e non vuole dei discepoli all’acqua di rose, bravi ragazzi, insipidi e anonimi, ma uomini e donne capaci di dire con la vita chi è veramente Dio e chi è l’uomo.
“Siate figli del Padre vostro che è nei cieli”