Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce.
La liturgia ritorna a farci meditare sui testi fondamentali del Natale perché il Verbo che si è fatto carne è quello che noi dobbiamo essere e la forza per essere quello che dobbiamo essere. In questa prospettiva ci concentriamo sulle parole che Giovanni (evangelista) attribuisce a Giovanni (battista).
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce. La “tentazione” è quella di leggere il Battista come l’uomo della predicazione, l’uomo capace di fare arrivare il suo messaggio alle folle. Certo Giovanni era anche questo. Ma prima e soprattutto Giovanni è stato un uomo che ha imparato a fare l’uomo, dal Verbo fatto carne. Poteva dire il nuovo perché “dentro” lui era nuovo, poteva dare testimonianza al Verbo fatto carne, perché, come è possibile a una creatura, lui si muoveva nella stessa logica. Faceva l’uomo, ma dentro era pieno della verità, dell’amore, della forza di Dio. E questa logica è arrivata fino al martirio. L’imparare dal Verbo non si è fermato a metà. E’ stata un’esperienza globale. Il Natale del calendario sta passando, ma non può passare il Mistero del Natale, il Verbo che si è fatto carne. Tutti siamo chiamati come Giovanni a dare testimonianza con una vita che sia fare l’uomo con il Verbo dentro. La vecchia dottrina della Grazia, della vita di Dio in noi, chiede di continuare in una nuova primavera dello Spirito.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce.