“ Chiunque si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato”
Dopo la lezione evangelica sulla preghiera eccoci a riflettere sul come pregare. I due personaggi noti della parabola odierna richiamano la nostra attenzione su atteggiamenti opposti nel nostro rapporto con Dio. Il fariseo presentato da Luca appartiene al gruppo degli scrupolosi praticanti delle legge mosaica ed egli più che a Dio si rivolge a se stesso in un autocompiacimento delle proprie virtù trattando Dio con sufficienza: non ha bisogno né di Lui né del suo perdono. Ma c’è di più: si considera migliore degli altri e li giudica.
Noi pure talvolta possiamo cadere nella medesima trappola : vantiamo i meriti nostri ed elenchiamo i peccati … altrui “ io sono un galantuomo e se la società è corrotta non è certo colpa mia … questa predica va bene per chi dico io … “
Il pubblicano al contrario fa parte della categoria degli appaltatori dei tributi ai romani e perciò fa parte dei traditori, ladri e usurai, disprezzati da tutti. Perché Luca lo presenta positivamente? Il pubblicano non osa neppure alzare gli occhi al Cielo ed è un vero penitente, la sua preghiera è breve, sincera, diretta: ” o Dio, abbi pietà di me peccatore”. Non vanta nessun diritto o merito davanti al Signore ma si affida alla misericordia divina. Come Matteo e Zaccheo (persone concrete di quel gruppo) mostra la volontà di autentica conversione ed è proprio questo che lo apre alla salvezza che Gesù è venuto a portare (vedi parabola del Buon Pastore)come puro dono del Padre. A differenza del fariseo che uscì da quel tempio più lontano da Dio, perché “ chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato” Attenzione, il pubblicano non va imitato solo stando in fondo alla chiesa … ma aprendoci con umiltà e fiducia al Cuore misericordioso di Gesù che ci invita ad avvicinarci a Lui nostra salvezza!