“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”
Le parole di Gesù che risuonano questa domenica vengono dal Cenacolo. Gesù ha lavato i piedi a ciascuno degli Apostoli. Poi Giuda esce nella sua notte. E Gesù inizia un lungo discorso che ha il sapore della confidenza intima: di ciò che più si ha nel cuore. In cima a tutto, il dono del comandamento nuovo: il comandamento dell’amore reciproco. “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli. La parola di questa settimana dice con forza quanto i discepoli debbano farsi riconoscere di fronte al mondo. Tutti – nessuno escluso, dunque – dovranno essere capaci di leggere nelle vite dei cristiani la loro appartenenza a Gesù. E il segno di riconoscimento altro non sarà se non l’amore reciproco.
L’amore reciproco è anzitutto l’amore dato e ricevuto da “i fratelli più vicini” ossia il “prossimo più prossimo”. La parola di Gesù ci indirizza ad amare, in prima battuta, non il fratello che sta lontano (e che non ci disturba) ma ad amare colui che ti trovi (e non ti scegli) vicino.
Inoltre, se è amore reciproco, questo impone anche l’umiltà di lasciarsi amare, di vivere una relazione che sa aprire le mani per donare ma che sa anche aprire le mani per accogliere. Amare esige un cuore da povero.
Così costruiremo comunità davvero “alternative”: la fraternità come alternativa all’egoismo, la vita alla morte, la libertà di fratelli alla schiavitù di chi vuole dominare l’altro.