Ci siamo abituati a una religione fatta di regole a cui obbedire, di riti da celebrare, di un’ organizzazione da tenere in piedi. Sicuramente tutte queste cose hanno una loro importanza. Non si può fare a meno di una morale, la liturgia ci riporta al cuore del mistero, un popolo di Dio che conta centinaia e centinaia di milioni di fedeli ha bisogno di una solida struttura. Il brano di oggi però ci ricorda che alla radice dell’esperienza religiosa c’è un incontro, una persona. Gesù dice ai suoi primi discepoli venite dietro a me. E c’è una risposta non fatta di parole subito lasciarono le reti e lo seguirono. Questo incontro divide la loro vita in un prima e in un dopo. La differenza tra i due momenti è Gesù. Prima Gesù non c’era adesso c’è. Il quanto Gesù c’è nella vita dei primi discepoli come nella nostra è il problema della fede. Fede è una parola che richiama molto il fidarsi. Posso fidarmi di lui uno, due, cinque, dieci, venti, tutto. Tutti, o almeno molti, credono in Gesù ma di fatto poi ognuno fa scelte molto diverse. Pietro e gli altri discepoli con il subito lasciarono le reti e lo seguirono ci insegnano una misura abbondante. C’è una parola “triste” che definisce una quantità scarsa: compromesso. La parola di questa settimana è subito lasciarono le reti e lo seguirono. Seguiamo Gesù attimo per attimo modellandoci su di Lui fino alla metà finale, la santità.